fumetto giovanile
Sweet nuthin’ (testi di Anna Muzio)
Magazzino, 1989
Un porcospino, ovvero il mutuo appoggio (testi di Anna Muzio), 1989/1998
Sogni e binari
FS: Fumetti e Storie da leggere in treno, 1990
Melania e il matto
L’Association, 1992
Un amore del Ciccione Volante
Pierino Porcospino, Struwwelpeter, 1994
Il santo, il Draghino, il fante di spade, 1995/1998
Il problema degli spazi
¡EHI!, Terre di Mezzo, 1996
Il problema dei tempi
¡EHI!, Terre di Mezzo, 1996
Clemente cuore nero (testi di Antonella Toffolo), 1996/1998
La mirabile e gagliarda impresa… (testi di Giorgio Mascitelli), 1998
La bella gita ai monti, 1998
Quella che considero la mia fase artistica giovanile (o meglio quella che oggi, sforzandomi, riesco ancora a guardare, ma di sottecchi) sta quasi tutta nell’indice di Ogni matto ha la sua fissa, l’antologia dei miei lavori non destinati al pubblico infante, che Rasputin!Libri ha pubblicato nel 1998… anno di svolta, in cui ho cominciato a insegnare alla Scuola Superiore d’Arte Applicata del Castello Sforzesco.
L’insegnamento mi ha costretto non solo a guardare con serietà a quegli aspetti del mestiere che da spocchioso giovane “autore” avevo fin’allora trascurato, per una spontaneità d’ispirazione francamente facilona, ma anche a fare i conti con tutta una produzione di fumetto che io snobbavo e che i miei allievi leggevano, a cominciare dal manga. Leggere manga (shojo di qualità soprattutto) è diventato appassionante e anche un po’ “fuori luogo”… come leggere fumetti quand’ero ragazzo. Stigmatizzabile: uau! E l’influenza della specifica narrazione manga (tempi narrativi, impaginazione…) si è presto e felicemente insediata nelle mie tavole, soprattutto nella produzione popolare per ragazzi.
Ma qui siamo ancora alla fase precedente…
Sweet nuthin’
Un porcospino, ovvero il mutuo appoggio
Anna Muzio è la mia prima sceneggiatrice. L’inspiegabile, strenua volontà che avevo di rendere per immagini il suo mondo che mi affascinava come qualcosa di esotico e misterioso, era al tempo stesso l’attrazione verso un universo femminile ch’era ancora un territorio ampiamente ignoto alle mie esplorazioni umane e relazionali. Le due storie che abbiamo realizzato assieme non rendono, in fumetto, il valore che avevano i gioiellini di racconti minimali che scriveva. Le ho disegnate meticolosamente, al ritmo estenuante di una vignetta al giorno o poco più, facendo e rifacendo senza fine, imparando la mia via al tratteggio, e intanto ascoltavo le colonne sonore che la mia coautrice mi aveva registrato su cassetta, a ispirazione di ogni passaggio narrativo.
Sweet nuthin’
Beat Happening – Bewitched
Beat Happening – In Between
Beat Happening – Indian Summer
Shamen – Strange Days Dream
The Velvet Underground – Oh! Sweet Nuthin
Suicide – Rocket U.S.A.
Suicide – Cheree
Nick Cave and the Bad Seeds – Watching Alice
Nick Cave and the Bad Seeds – Mercy
The Fall – Bremen Nacht Run Out
Un porcospino, ovvero il mutuo appoggio
Head of David – Rocket U.S.A.
The Pastels – Ride
Sonic Youth – The World Looks Red
Sonic Youth – Teen Age Riot
Einstürzende Neubauten – Keine Schönheit (ohne Gefahr) [No beauty without danger]
Einstürzende Neubauten – Kein Bestandteil sein [Not being part of it]
The Cramps – Sunglasses After Dark
Shop Assistants – Somewhere in China
Sogni e binari è il mio primo esperimento di narrazione in didascalia, alla maniera di Loustal & Paringaux. L’opera comune di questi due autori… quanto l’ho amata? E amo!
Sogni e binari è stata realizzata in quattro e quattr’otto per l’autoproduzione di Laura Scarpa FS: Fumetti e Storie da leggere in treno. Dico quattro e quattr’otto, ma lei nello stesso tempo ha sfornato quasi tutto il resto, di quel volumetto che fu un’avanguardia di autoproduzione d’alta qualità. Avevamo parlato del progetto con Luigi Bernardi, che ci suggerì di farci aiutare da un giovane milanese che stampava una fanzine “facendo tutto da solo”… cosa che allora poteva far colpo. Così suonammo alla porta di Alberto Bonanni che lavorava sul primo mac che io abbia visto, che poi sarebbe stato una delle colonne di Rasputin!Libri, e un’inesauribile fonte di stimoli e idee… e un caro amico.
Questa storia ha un motivo speciale d’orgoglio: ha ispirato una composizione dei Dissoi Logoi che porta lo stesso titolo, che è compresa nel loro album III e che recentemente è tornata a fare parte della loro scaletta dal vivo, con un nuovo estatico e toccante arrangiamento.
Melania e il matto è stata concepita per la collanina Patte de Mouche dell’Association durante i miei andirivieni di obiettore in servizio civile in Brianza. Con uno stile che si sforzava di conservare nelle chine la naturalezza delle matite. Che fatica. Ma da qui in poi il disegno comincia a poco a poco (… a poco) a sciogliersi… alleluja.
Un amore del Ciccione Volante
Il Ciccione Volante è un personaggio che aveva visto la luce sul Corriere dei Piccoli, come adattamento al giovanissimo pubblico di un delirio psichedelico scritto ascoltando Abbey Road dei Beatles. In questa storiella realizzata per una nuova autoproduzione di Laura Scarpa, ora in società con Giorgio Pelizzari in Struwwelpeter, il Ciccione Volante si riaccosta alla sua genesi rocchettara e fricchettona.
Questa storia è il mio secondo punto di contatto col mondo musicale: ad essa si è ispirato Alessio Lega per la sua Via della brezza e anche di questo sono onorato.
Ma soprattutto sono grato a Laura Scarpa per avermi sospinto a gentili calci nel culo dentro questo mestiere. Avevo già avuto le mie prime collaborazioni professionali, ma tergiversavo, vagavo nelle infinite, indefinite, labirintiche possibilità dell’avventura giovanile. Laura, con una gioventù ben più consistente e matura della mia, era stata mia maestra di fumetto alla scuola di Beppe Calzolari e mi trascinò poi in parecchie delle attività a cui la sua esuberante determinazione sa dare corpo.
La collaborazione col glorioso Corriere dei Piccoli, a partire dai giochi del Ciccione Volante, è stata forse l’episodio più d’impatto ma non il primo né l’ultimo degli stimolanti coinvolgimenti artistici e professionali che ho ricevuto dalla sua grande generosità.
Anche Il santo, il Draghino, il fante di spade fu realizzata per l’autoproduzione di Struwwelpeter, ch’era diventata un appuntamento annuale. In questa storiella c’è un tentativo scomposto di tenere assieme gli stimoli eterogenei che sballottavano la mia vita in quel periodo. Il risultato resta discutibile anche nella seconda versione della storia, fatta per la ripubblicazione in Ogni matto ha la sua fissa. Due o tre tavole però hanno un buon disegno.
Il problema degli spazi e Il problema dei tempi sono stati fatti per ¡EHI!, supplemento a fumetti concepito e realizzato da Alberto Bonanni (in seguito da Struwwelpeter) per Terre di Mezzo. Esperimenti di macedonie narrative a tema che spaventano il lettore per l’affollamento di testo ma che, a sentire chi ci ha provato, premiano l’audace con una lettura inaspettatamente fluida.
Dice la leggenda che il piano fosse di mettere assieme una trilogia, il cui terzo episodio doveva intitolarsi “Qui e ora: ma quando maddove?” e raccontare di uno spazio reale in un tempo improbabile: un esercizio di fantasia su che cosa potesse diventare un’immensa area dismessa alle porte di Milano, affidandola all’opera e all’ingegno di un popolo artista e collaborativo. Un discorso sull’utopia, che non fu mai messo su carta. Figuriamoci su territorio.
Da giovane avevo la fissa delle fabbriche abbandonate: m’intrufolavo ovunque trovassi un varco, scattavo migliaia di fotografie, raccoglievo reperti e ricordi, respiravo l’aria di un tempo passato e di una fatica di lavorare che a me è stata risparmiata.
L’area dismessa della Redaelli, che avrebbe ispirato il terzo episodio mai realizzato, è diventata molti anni dopo l’ambientazione non dichiarata delle avventure di Daimon.
La bella gita ai monti è il frutto della voglia di far fumetto vivendo. All’epoca mi capitava spesso di riempire le pagine di un bell’album Pigna dalla carta filigranata giallina con episodi ripresi in diretta: solo questo si è compiuto in una storia, o in qualcosa che a una storia si avvicina, ma l’esercizio era bello e divertente ogni volta.
Poco dopo che il libro era stato stampato, un amico più vicino di me al mondo della natura, mi rivelò che in caso di pericolo a volte le salamandre fingono la morte. Così il mio gesto di tavola 2, che oggi non compirei comunque (lasciando la bestia libera di viversi fino in fondo anche l’esperienza di una morte dolorosa), risulta doppiamente imbarazzante. È il rischio di raccontare di sé. In altre pagine mi sono lanciato in panegirici e invettive di cui il tempo, dentro me, ha fatto giustizia. Qui avevo semplicemente raccontato un fatto, un gesto di superficialità e supponenza giovanile. Vero all’epoca, resta impresso con inchiostro nero a imperitura memoria. Bisognerebbe sempre tener conto di questo.
Sweet nuthin’
Sweet nuthin’
Un porcospino, ovvero il mutuo appoggio
Un porcospino, ovvero il mutuo appoggio
Sogni e binari
Sogni e binari
Sogni e binari
Melania et le fou
Melania et le fou
Melania et le fou
Un amore del Ciccione Volante
Il santo, il Draghino, il fante di spade
Il santo, il Draghino, il fante di spade
Il problema degli spazi
Il problema degli spazi
Il problema dei tempi
Il problema dei tempi
La bella gita ai monti
La bella gita ai monti