Viaggio nell’immaginario
Viaggio nell’immaginario (colori di Pamela Brughera)
Antologia per la scuola media inferiore
Palumbo & C. Edtore, 2008/2010
Nel versante illustrazione del mio mestiere, quest’antologia è stata l’episodio che mi ha concesso una libertà creativa mai altrove sperimentata e che ha gonfiato di un sovrappiù di entusiasmo l’impegno su ogni singolo disegno.
Ad esempio. Illustrare un brano che racconta con onesta crudezza la Conquista spagnola in Sudamerica con un disegno altrettanto onesto e crudo, su un libro delle medie, è tutt’altro che scontato. Le parole sono molto più libere delle immagini. La “pericolosità” delle immagini è ben percepita e temuta dall’establishment dell’istruzione, tanto che, nella mia esperienza, le immagini subiscono molte più censure che i testi. E non dico che la motivazione sia infondata: le immagini sono dirette, colpiscono in profondità, sfondano la mediazione dei filtri critici. Ma la soluzione di fornire al lettore, per quanto giovane, pappette tranquillizzanti e inerti, non è l’unica possibile.
Considerare l’intelligenza del giovane lettore, la stessa intelligenza che qualunque adulto può constatare nel se stesso di un tempo attraverso un semplicissimo viaggio a ritroso nella memoria, può essere un impegno complesso, non lo nego. A cui la maggior parte dei direttori (editoriali, responsabili, didattici, di settore, del marketing eccetera) abdica a favore di un’acquiescenza ben più facile, e tristemente conformista.
Il mestiere è anche un’occasione di incontri umani. Quando è vissuto con passione, entrare in relazione a partire dal mestiere, porta immediatamente a un confronto che tocca corde sensibili e profonde. Ho avuto, in trent’anni di mestiere, la fortuna di entrare in contatto con una quantità di persone competenti, appassionate, simpatiche, geniali, sorprendenti, spesso ricche di un’umanità che sapevano esporre con naturalezza e generosità. Sicuro che me ne sfuggano parecchie, penso a don Giuseppe, Carla, Monica, Sergio, Silvia, Elisabetta, Franco, Cinzia, Cristina, Andrea, Livio, Vittorio Emanuele, Clara, Maria, Antonella, Valter…
Senza togliere valore ad alcuno di questi incontri, quello con Federica di Palumbo si è preso un posto speciale nel mio cuore per la straordinarietà della persona, e non solo per la libertà creativa che mi ha concesso e la fiducia su cui ho sempre sentito di poter contare. Per lei e per tutti, sono profondamente grato.
Federica e Palumbo sono stati anche l’occasione di un esperimento interessante, che per una stagione ha creato un ponte fra la mia attività di professionista delle immagini e quella di docente.
Avevo messo insieme un gruppetto di talentuosi ex allievi, quasi prontissimi per affacciarsi al mondo della professione. Li abbiamo messi all’opera su un progetto corposo che, per la strettezza dei tempi, richiedeva un buon lavoro di squadra. Abbiamo spartito i compiti fra tutti e quello mio personale è stato di coordinare e garantire un rigoroso controllo di qualità sul materiale prodotto. Ha funzionato alla grande.
Poi sono arrivate la riforma Gelmini e le crisi economiche, a soffocare il progetto Miuì… ma sono contento e fiero di aver fatto l’esperienza!














