Daimon

Daimon (testi di Giorgio Pelizzari, colori di Pamela Brughera) è una serie per ragazzi pubblicata su Focus Junior fra il 2009 e il 2011.
Racconta le avventure e i sentimenti di un gruppo di tredicenni che eleggono a loro base segreta l’edificio di una fabbrica abbandonata (la Daimon del titolo), rifugio sicuro o quasi dalle difficoltà della vita di fuori. In un’altra linea narrativa si segue il ritrovarsi dei protagonisti da grandi, dopo che un misterioso evento catastrofico aveva disperso il gruppo e apparentemente annientato l’amicizia che li legava. Vivendo tutti, da grandi, in città diverse nel mondo, i giovani s’incontrano in rete, all’interno di una realtà virtuale che riproduce la vecchia Daimon e che, come quella del loro passato nella vita reale, si rivela presto non impenetrabile da aggressioni e guai vari.

È stata la mia prima collaborazione con Giorgio Pelizzari, che conoscevo da un sacco di tempo ma con cui stranamente non era ancora successo di condividere un progetto.
Dopo la chiusura della serie precedente (Alterfocus), la rivista era disposta ad accogliere un fumetto senza intenti o risvolti esplicitamente didattici. Con Giorgio abbiamo cercato temi e ambienti che fossero stimolanti per entrambi, e auspicabilmente per il pubblico. L’avventura e i sentimenti incontravano i nostri gusti e promettevano di soddisfare i desideri di maschi e femmine fra i giovani lettori.
Non abbiamo mai lavorato in maniera isolata, ci è sempre piaciuto sconfinare sul terreno dell’altro… e uno dei miei momenti preferitissimi era la riunione-aperitivo in cui si decidevano le sorti della storia per l’episodio successivo. Avevamo, naturalmente, l’idea di uno sviluppo della vicenda fin dall’inizio, ma una delle cose più belle della serialità è poter lasciare un margine di libertà incontrollata ai movimenti “spontanei” dei personaggi. Questo ha portato a sviluppi e inviluppi talvolta non facili da districare, ma che somigliano tanto alla vita e danno al narratore lo sprone per guizzi e trovate estemporanei che sono entusiasmanti da vivere.
I colori sono di Pamela Brughera. Anche lei si sporgeva oltre la sua postazione comandata alla catena di montaggio, non risparmiando commenti e preziosi suggerimenti sulla narrazione, i personaggi, il disegno.
È il modo di lavorare in squadra che mi piace: quello in cui si è al contempo professionisti appassionati del mestiere e dell’opera su cui si lavora, esseri umani portatori ciascuno della sua sensibilità e delle sue esperienze, amici che si confrontano e si danno una mano al di là dei ruoli prestabiliti. Muoversi attraverso una delimitazione nebulosa dei ruoli può portare anche a passi falsi, frizioni involontarie, sovrapposizioni di questioni personali sul lavoro collettivo… ma imparare il rispetto e l’accoglienza di tutto quello che i colleghi portano di professionale e di umano in una relazione “mista”, è un inpiù a cui non rinuncerei mai.

fumetto ragazzi
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